Il Dl Sostegni bis, contenente misure urgenti connesse all’emergenza Covid 19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, è in vigore dal 26 maggio 2021.
Il provvedimento emergenziale, che prevede sostegno per particolari categorie di lavoratori particolarmente colpiti dall’emergenza sanitaria, risulta abbastanza soddisfacente per le misure previste per il settore agricolo (settore che nella fattispecie include anche la pesca).
I circa due miliardi di euro a disposizione della filiera agroalimentare italiana non solo rappresentano un aiuto importante per le tantissime imprese travolte dalla corrente crisi economica, ma rivolgono un’attenzione concreta ai giovani under 40 e alle donne che vogliono avviare nuove imprese agricole; non di secondario rilievo la maggiore semplificazione amministrativa a cui si vuole dare luogo, partendo dalla contingente necessità, per farne prassi consolidata per il futuro.
Sostanziose sono le risorse destinate a indennizzare i lavoratori stagionali e le aziende agroalimentari (quest’ultime a fondo perduto); la zootecnia è destinataria di 27,5 milioni di euro sotto forma di incremento al 9,5% delle percentuali di compensazione IVA applicabili alle cessioni di bestiame vivo; istituito un fondo ad hoc per le imprese bieticole/saccarifere; deciso l’incremento del Fondo di solidarietà nazionale per ristorare le aziende colpite dalle gelate e dalle brinate dell’aprile 2021; per le aziende agrituristiche e vitivinicole stabiliti esoneri contributivi previdenziali e assistenziali per 72,5 milioni di euro.
“Misure importanti dunque che sicuramente denotano una grande attenzione per le imprese e per le filiere agricole nazionali che hanno bisogno non soltanto di ristori, ma anche di sostegni che possano aiutare la ripartenza economica del settore primario. Mi duole sottolineare come la pesca, pur coinvolta in questo meccanismo di aiuti, sia destinataria di misure non sufficienti a determinare svolte economiche importanti: il solito ruolo di Cenerentola del settore a cui è ingiustificatamente relegata insomma” a dichiaralo in una nota stampa è Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.
“Il bonus una tantum di 950 euro per il solo mese di maggio risulta magra consolazione per i nostri lavoratori, soprattutto per coloro (in particolare quelli della piccola pesca) che stanno incontrando difficoltà di accesso alla misura di arresto emergenziale legata alla crisi sanitaria. Sicuramente positiva l’opportunità, a disposizione delle imprese della pesca, derivante dagli ulteriori 80 milioni di euro destinati a rafforzare lo strumento delle garanzie offerte da Ismea; lo stesso dicasi per la possibilità di cumulare la garanzia del FCG con altre garanzie al fine di ampliare l’accesso al credito per investimenti immobiliari in favore anche delle imprese della pesca. Misure utili, dicevamo, ma non sufficienti per una categoria produttiva particolarmente colpita dalla crisi economica di questi ultimi mesi”, contiua Scognamiglio.
“A parte la carenza dei ristori, come Associazione lamentiamo anche una carenza di sostegni a disposizione di un settore che ha bisogno di superare le ben note criticità strutturali e di dimostrare la propria capacità di ripresa. Ci auguriamo che le misure del DL Sostegni Bis siano solo la prima tesserina di quel mosaico di misure e provvedimenti che assicurerà la ripresa di tutte le attività produttive, compresa quindi la pesca, che compongono il settore primario. Allo stesso modo confidiamo in un PNRR che sappia offrire, attraverso una razionale coordinazione tra le ‘Missioni’, opportunità di rilancio economico e sociale ai nostri pescatori” conclude il presidente nazionale UNCI Agroalimentare.