Riduzione dell’IVA sulle ostriche. La proposta di Lollobrigida tra sostegno al settore e polemiche – Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ha riacceso il dibattito sulla tassazione delle ostriche e di altri prodotti ittici pregiati, proponendo di ridurre l’IVA dal 22% al 10%. L’iniziativa, secondo il ministro, mirerebbe a sostenere il comparto dell’ostricoltura italiana, colpito da difficoltà economiche e ambientali, tra cui la proliferazione del granchio blu.
La proposta è stata avanzata nel corso di un evento al Senato dedicato proprio alla degustazione delle ostriche, in cui Lollobrigida ha sottolineato che questi prodotti non dovrebbero essere considerati beni di lusso, ma parte di una filiera produttiva che necessita di incentivi per svilupparsi e competere meglio sul mercato.
Attualmente, le ostriche e altri prodotti ittici di pregio sono soggetti a un’aliquota IVA del 22%, dopo che la legge di bilancio 2020 ha rimosso l’aliquota agevolata del 10%. La proposta di Lollobrigida mira a ripristinare il precedente regime fiscale, con l’obiettivo di ridurre i costi per i consumatori e favorire l’espansione dell’ostricoltura italiana.
Secondo il ministro, il settore potrebbe trarre vantaggio da questa misura, aumentando la competitività rispetto ad altri Paesi europei e incentivando una maggiore diffusione del prodotto nel mercato nazionale. Inoltre, l’abbassamento dell’IVA potrebbe essere una delle leve per contrastare la crisi che ha colpito alcune aree dell’acquacoltura italiana, in particolare quelle danneggiate dalla diffusione del granchio blu, un predatore invasivo che ha causato gravi perdite economiche.
La proposta ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, alcuni operatori del settore ittico e acquacoltori vedono la riduzione dell’IVA come una misura positiva per la crescita del comparto. Dall’altro, l’iniziativa ha scatenato polemiche sul piano politico e sociale.
Esponenti dell’opposizione hanno criticato la scelta di concentrarsi su un prodotto considerato elitario, mentre altri beni di largo consumo, come i prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile, continuano a essere tassati con aliquote elevate. La senatrice del Movimento 5 Stelle, Barbara Floridia, ha definito la proposta “una gaffe”, evidenziando la disparità tra la riduzione dell’IVA su un prodotto di nicchia e il mantenimento di tassazioni elevate su beni di prima necessità.
D’altra parte, la misura non è nuova al dibattito politico: già in passato, esponenti di diversi partiti, tra cui Lega e Partito Democratico, avevano presentato emendamenti per riportare l’IVA al 10%, senza però ottenere l’approvazione in sede di bilancio.
Al momento, la proposta di Lollobrigida non ha ancora trovato una collocazione concreta all’interno di un disegno di legge, ma il dibattito sulla tassazione dei prodotti ittici pregiati è destinato a proseguire.
Se approvata, la riduzione dell’IVA potrebbe avere un impatto significativo sulla filiera dell’ostricoltura italiana, rendendo il prodotto più accessibile e competitivo sia sul mercato interno che nelle esportazioni. Tuttavia, resta da vedere se questa misura verrà integrata in una strategia più ampia di sostegno al settore ittico, oppure se rimarrà un provvedimento isolato, oggetto di critiche e discussioni politiche.
Nel frattempo, gli operatori del settore attendono sviluppi concreti, mentre il mondo politico continua a interrogarsi sull’opportunità di una riduzione fiscale per un prodotto considerato simbolo del lusso e del fine dining.
Riduzione dell’IVA sulle ostriche. La proposta di Lollobrigida tra sostegno al settore e polemiche