Prosegue ad oltranza e non accenna a spegnersi la protesta dei pescatori italiani che, riuniti a Roma già dallo scorso 28 febbraio, manifestano il loro sdegno verso un sistema di normative che considerano illogico e severamente penalizzante per l’intero settore ittico nazionale. Oltre tremila pescatori, in una instancabile staffetta, si alternano nella piazza che ospita il palazzo sede della Camera dei deputati, con la ferma e irremovibile intenzione di ricevere dal Governo risposte immediate e risolutive.
Il malcontento manifestato dalla categoria nasce principalmente dall’applicazione dell’art. 39 della legge 154/2016 che ha introdotto rilevanti modifiche al sistema delle sanzioni. Ma a pesare gravosamente sui lavoratori del settore ittico anche i ritardi del pagamento del fermo biologico 2015 e 2016. Le marinerie italiane lamentano poi il mancato snellimento e la semplificazione degli adempimenti per le licenze di pesca e reclamano una diversa gestione delle politiche relative al mercato nel contesto della nuova Politica Comunitaria per la pesca. Di rilevante importanza anche lo scontento per il grave ritardo delle regioni nell’ attuazione del Feamp .
Intanto, oltre alla manifestazione capitolina, la Penisola è interessata da scioperi e manifestazioni da Sciacca a Caorle con i pescherecci fermi in porto e il rallentamento delle forniture di pescato nei mercati nazionali.