L’imposta aggiuntiva del Norwegian Norm Price Council mina l’acquacoltura sostenibile

La nuova imposta introdotta dal Norwegian Norm Price Council potrebbe penalizzare la certificazione ASC, mettendo a rischio i progressi della sostenibilità nell'acquacoltura norvegese

L'imposta aggiuntiva del Norwegian Norm Price Council mina l'acquacoltura sostenibile

L'imposta aggiuntiva del Norwegian Norm Price Council mina l'acquacoltura sostenibile

L’imposta aggiuntiva del Norwegian Norm Price Council mina l’acquacoltura sostenibile. ASC avverte sui rischi – Il settore dell’acquacoltura norvegese si trova di fronte a una nuova sfida: l’introduzione di una tassa aggiuntiva sul salmone certificato ASC da parte del Norwegian Norm Price Council. Una decisione che ha sollevato non poche polemiche, soprattutto tra coloro che vedono nella certificazione ASC un pilastro per un futuro più sostenibile.

Secondo il Norwegian Norm Price Council, gli allevamenti che beneficiano di un valore aggiunto grazie alla certificazione dovrebbero contribuire maggiormente in termini fiscali. Una logica che, almeno in apparenza, mira a riequilibrare il mercato. Tuttavia, per Aquaculture Stewardship Council (ASC), questa tassa non è altro che un ostacolo alla transizione verso un’acquacoltura più responsabile. Gli allevamenti certificati ASC rispettano infatti standard ambientali e sociali più rigidi rispetto alle normative nazionali norvegesi e, per questo, già affrontano costi più elevati. Aggiungere un’ulteriore pressione fiscale rischia di scoraggiare l’adozione di pratiche sostenibili, minando anni di progressi.

Il problema si fa ancora più evidente se si considera che la nuova tassa colpisce esclusivamente i produttori certificati ASC, lasciando indenni quelli che seguono schemi di certificazione meno rigorosi o che operano senza alcuna certificazione. Questo crea un evidente squilibrio competitivo, incentivando gli allevatori a rinunciare agli standard più elevati per evitare il peso dell’imposta.

Le preoccupazioni di ASC non si fermano qui. Il rischio più immediato è un danno reputazionale per il salmone norvegese, che potrebbe perdere appeal nei mercati di esportazione, sempre più esigenti in termini di sostenibilità. Inoltre, gli investimenti in innovazione, fondamentali per ridurre l’impatto ambientale dell’acquacoltura, potrebbero subire un brusco rallentamento. Infine, questa decisione rischia di allontanare l’industria dagli obiettivi globali di sostenibilità, in un momento in cui le certificazioni ambientali rappresentano un valore aggiunto cruciale per la competitività internazionale.

ASC ha già tentato di aprire un dialogo con le autorità norvegesi, inviando una lettera al Ministero delle Finanze per sollevare la questione e richiedere un confronto. Tuttavia, la risposta tarda ad arrivare. Questo silenzio istituzionale alimenta ulteriormente il dibattito: si tratta davvero di una misura equa o piuttosto di una strategia che penalizza ingiustamente chi sceglie di operare in maniera più responsabile?

Il futuro del salmone norvegese sostenibile potrebbe essere a rischio. Se questa politica fiscale non verrà rivista, c’è il pericolo concreto che molti allevatori decidano di abbandonare la certificazione ASC, con ripercussioni non solo ambientali, ma anche economiche. Il mercato globale premia la sostenibilità, e la Norvegia rischia di pagare un prezzo molto più alto di una semplice tassa.

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