La sostenibilità della pesca: intervista a David Parreno Duque di MSC – La sostenibilità della pesca è diventata una tematica di fondamentale importanza nel settore ittico. Con la crescente consapevolezza sull’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini, è essenziale adottare pratiche di pesca sostenibili e promuovere la gestione responsabile delle risorse ittiche.
In questo scenario, con un’intervista a David Parreno Duque, biologo marino e Fishery Manager per Marine Stewardship Council (MSC) in Italia, cerchiamo di comprendere quale è il ruolo delle certificazioni.
Oggi, come non mai, è necessario preservare l’equilibrio tra la capacità di pesca e la capacità di riproduzione degli stock, e dunqu prevenire la pesca eccessiva.
Stiamo affrontando una pressione senza precedenti sui sistemi di produzione alimentare del mondo, con una popolazione globale destinata a raggiungere più di 8 miliardi di persone entro il 2030, oltre agli impatti potenzialmente catastrofici del cambiamento climatico che potrebbero modificare in modo potenzialmente importante il sistema alimentare.
Una soluzione a portata di mano per affrontare questa sfida però c’è, ed è data dalla gestione sostenibile delle risorse ittiche pescate. Il pesce ha un ruolo fondamentale perché fornisce proteine a miliardi di persone e offre una forma di produzione alimentare naturale e a basse emissioni di carbonio. Secondo una recente ricerca, la gestione sostenibile della pesca potrebbe quindi garantire 16 milioni di pescato in più ogni anno e quindi fornire una quantità maggiore di nutrimento necessario per sfamare una popolazione in crescita. Affrontare la sfida della pesca eccessiva, significa contribuire alla lotta contro l’insicurezza alimentare; consumatori, pescatori e imprese nel mondo stanno dimostrando una sempre maggiore sensibilità verso prodotti ittici sostenibili, ma è necessario che i governi facciano di più, stabiliscano le regole che consentano di riconoscere, consultare e sostenere i pescatori che gestiscono l’oceano in modo sostenibile. Non si tratta solo di costruire progressi, ma di assicurare che non vengano fatti passi indietro rispetto alle conquiste già ottenute.
Quali sono le pratiche di pesca responsabili che contribuiscono alla sostenibilità della pesca? Concentriamoci su una delle seguenti e spieghiamo perché non è possibile una risposta a priori: la riduzione degli scarti di pesca, l’utilizzo di attrezzi selettivi, il rispetto delle taglie minime di cattura, l’adozione di zone di protezione marina e la gestione basata sugli ecosistemi.
Ognuna di queste pratiche può avere un impatto positivo sulla sostenibilità della pesca, ma è importante notare che la sostenibilità complessiva dipende dall’adozione di un approccio olistico che tenga conto di tutti gli aspetti rilevanti. Prendiamo ad esempio la riduzione del bycatch. Questa pratica mira a minimizzare catture non desiderate durante le operazioni di pesca. Riducendo gli scarti, si evita lo spreco di risorse marine e si contribuisce alla conservazione degli stock ittici. Tuttavia, sebbene la riduzione degli scarti possa essere una pratica positiva, da sola non garantisce la sostenibilità della pesca. Altri aspetti come la gestione degli stock, l’impatto sugli ecosistemi marini e il rispetto delle taglie minime di cattura devono essere considerati per valutare l’effettiva sostenibilità dell’attività di pesca.
Questo è il motivo per cui lo Standard MSC per la pesca sostenibile è così complesso e tiene conto di molteplici aspetti. La sostenibilità della pesca non può essere determinata basandosi su un singolo aspetto, ma richiede una valutazione complessiva che tenga conto di diversi fattori. La pesca sostenibile è un obiettivo complesso che richiede l’adozione di pratiche responsabili in vari ambiti, dalla gestione degli stock alla conservazione degli ecosistemi marini. Lo Standard MSC per la pesca sostenibile si impegna ad affrontare questa complessità attraverso una valutazione completa e rigorosa delle attività di pesca, fornendo un quadro affidabile per l’identificazione dei prodotti ittici provenienti da pesca sostenibile.
Una gestione responsabile delle risorse ittiche è fondamentale per garantire la loro disponibilità a lungo termine. Quali sono i vantaggi di una gestione basata su dati scientifici, della collaborazione tra pescatori, scienziati e autorità di gestione e dell’importanza del coinvolgimento delle comunità locali nella gestione delle risorse?
Pescare in maniera sostenibile significa lasciare abbastanza pesce negli oceani e proteggere gli habitat e le specie minacciate; e l’unico modo per sapere se si sta operando nel modo giusto è basarsi su dati scientifici e quindi oggettivi. I dati scientifici sono anche alla base dei miglioramenti che le attività di pesca apportano come condizioni della certificazione MSC, che hanno l’obiettivo di guidare le attività di pesca nell’implementare continui miglioramenti del proprio operato.
Il coinvolgimento di diversi stakeholders, rappresentanti di tutte le istanze della pesca, è fondamentale nel programma MSC, e non solo per quanto riguarda la certificazione in senso stretto. Un esempio: con il progetto BluFish in Puglia lavoriamo per migliorare la sostenibilità della pesca al gambero bianco a Molfetta guidati dal Gruppo di Azione Locale (GAL) Ponte Lama e dall’istituto di ricerca COISPA. Il coinvolgimento dei pescatori e il supporto delle istituzioni locali è stato fondamentale per iniziare a lavorare sull’implementazione di un Piano d’Azione che aiuterà a migliorare alcuni aspetti della pesca.
Un momento fondamentale di questo lavoro è rappresentato dall’incontro organizzato il 9 Maggio 2023 a Roma dai pescatori di Molfetta (rappresentati dal GAL Ponte Lama, Assopesca Molfetta e Federpesca) dove sono state invitate la Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CFCM) e le delegazioni della Croazia, dell’Albania e del Montenegro per discutere degli ultimi aggiornamenti sullo stato della risorsa del gambero bianco nel Mare Adriatico e agire di conseguenza. In questo spazio di discussione internazionale sono stati affrontati diversi argomenti per la gestione sostenibile del gambero bianco nel mar Adriatico, incluse le condizioni necessarie per l’elaborazione di un piano di gestione condiviso di questa importante risorsa, di cui l’Italia rappresenta lo sforzo maggiore di pesca.
In questa riunione sono stati presentati diversi scenari di gestione sostenibile del gambero bianco entro il 2026 in base al piano di gestione attuale promosso dalla GFCM, che prevede una riduzione progressiva dello sforzo di pesca nei prossimi anni per raggiungere il livello MSY desiderato. In questi scenari è stata presa anche in considerazione la configurazione socioeconomica nei vari modelli, compresi i prezzi del prodotto sbarcato e dei carburanti.
Quali sono i criteri che devono essere soddisfatti per ottenere la certificazione MSC? Come questa certificazione può aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli nel momento dell’acquisto di prodotti ittici?
Per ottenere la certificazione MSC, un’attività di pesca deve essere conforme allo Standard MSC. Esso è composto da 3 Principi, a loro volta composti da una serie di indicatori specifici che vanno a valutare la salute dello stock oggetto di pesca (Principio 1), l’impatto della flotta navale e degli attrezzi utilizzati per pescare lo stock (Principio 2) e il sistema di gestione specifico dell’attività di pesca, incluso il coinvolgimento delle parti interessate nei processi decisionali (Principio 3).
Se tutti questi Principi e gli indicatori sottostanti sono soddisfatti, allora il pesce può essere venduto con il marchio MSC, che è quindi la sintesi, facilmente comprensibile e identificabile, di un complesso sistema di valutazione di sostenibilità ambientale.
Quali sono i benefici della pesca sostenibile per l’ambiente, le comunità di pescatori e i consumatori?
La sostenibilità ha un’importanza a livello ambientale, ma anche economico e sociale. Ambientale, perché oceani in salute sono necessari per permetter alla vita sulla Terra di continuare (pensiamo ad esempio al loro ruolo nella produzione di ossigeno o nella regolazione climatica). Per illustrare la componente economico-sociale invece un episodio particolarmente calzante riguarda la nascita di MSC, fondata nata nel 1997 come no-profit attraverso una partnership tra l’azienda Unilever e il WWF, subito dopo il collasso dello stock di merluzzo in Canada, che ha causato il crollo dell’economia locale e la perdita di un mezzo di sussistenza per migliaia di famiglie.
Con la pesca sostenibile invece il beneficio per i consumatori riguarda il poter continuare a nutrirsi di prodotti ittici oggi, e nel futuro.
Perché un’attività di pesca dovrebbe essere interessata alla certificazione MSC?
Per i pescatori, la certificazione MSC è conveniente per diversi motivi. In primo luogo, la certificazione può garantire l’accesso a nuovi mercati sostenibili, aprendo la porta a un’eventuale opportunità di valore più elevato del prodotto. Con la certificazione i pescatori possono quindi assicurarsi un vantaggio competitivo sul mercato e beneficiarsi della crescente domanda di pesce sostenibile, infondendo allo stesso tempo fiducia nei consumatori. Ma direi che il vantaggio più importante della certificazione è che garantisce la salute delle popolazioni ittiche, contribuendo alla salute dei nostri oceani ma anche alla sopravvivenza a lungo termine di un settore essenziale in cui il ricambio generazionale è così scarso.
La sostenibilità della pesca: intervista a David Parreno Duque di MSC