Durante la gravidanza è consigliabile mangiare pesce almeno 2-3 volte a settimana per il suo contenuto di proteine nobili e facilmente digeribili, utili per raggiungere il fabbisogno proteico che aumenta a partire dal secondo trimestre.
Il pesce azzurro, soprattutto dei mari del Mediterraneo, è un ottima opzione ittica mentre risulta preferibile evitare i pesci di grandi dimensioni come il pesce spada, il pangasio, il tonno fresco, che essendo di maggiori dimensioni e vivendo a lungo mangiano più pesce e accumulano nelle loro carni maggiori quantità di sostanze inquinanti (il metilmercurio).
Esempi di pesce azzurro ricchi in proprietà organolettiche e nutrizionali sono le sarde e le alici, ricche di proteine, fosforo, zinco, selenio, omega 3 (benefici per lo sviluppo e la protezione del sistema nervoso del feto), vitamina PP, potassio, magnesio (utili per combattere l’affaticamento) e iodio.
Altri prodotti ottimi in gravidanza sono: orata, trota, sgombro, branzino, nasello, gamberi, sogliola.
Quali sono invece i prodotti ittici da evitare?
Per la donna in gravidanza in generale, ma sopratutto per colei che è risultata negativa al test della toxoplasmosi, è importante evitare tutti i pesci crudi o non completamente cotti e tutti quelli che hanno subito dei trattamenti di conservazione (in scatola, sott’olio, sotto sale o affumicatura) perché potrebbero costituire un rischio microbiologico per la salute di madre e bambino.
Da escludere quindi sushi, prodotti di dubbia provenienza, crostacei e molluschi crudi, salse a base di pesce, salmone affumicato e prodotti in scatola o in vetro.
Il pesce quindi va sempre cotto, preferibilmente al cartoccio, alla griglia o al forno e va sempre controllato che il colore delle carni sia adeguato.