I silenziosi eroi del mare. Serve riconoscere con i fatti il valore dei pescatori – Il lavoro del pescatore rappresenta un mix unico di fascino e sacrificio, ma è innegabile che le condizioni e i rischi a cui questi lavoratori sono sottoposti meritino una maggiore attenzione da parte delle istituzioni.
Tra i rischi significativi che possono esporre i pescatori a gravi ripercussioni sulla salute vi sono:
– Esposizione al calore e alle radiazioni solari, che può causare danni alla pelle, colpi di calore e disidratazione.
– Turni di lavoro prolungati e notturni, che portano a disturbi del sonno, affaticamento cronico e problemi cardiovascolari.
– Sforzi fisici intensi, che a lungo termine possono provocare lesioni muscoloscheletriche.
– Rischi psicologici e sociali, legati a un lavoro isolato e lontano dalla famiglia per lunghi periodi.
A questi si possono aggiungere anche quelli legati alla ipoacusia da rumore. I motori delle imbarcazioni e le attrezzature a bordo possono generare livelli di rumore elevati, che in ambienti ristretti si amplificano ulteriormente. Inoltre, l’ansia da prestazione, legata alla necessità di pescare quantitativi sufficienti per garantire la redditività dell’attività, rispettare i tempi di consegna e mantenere la qualità del pescato, rappresenta un ulteriore fattore di stress.
Potremmo elencare molti altri rischi, ma ci limitiamo a questi, poiché riteniamo che siano già sufficienti per ammettere che il solo prepensionamento ( un succedaneo dell’auspicabile riconoscimento del lavoro del pescatore come lavoro usurante), ottenuto solo da pochi anni e dopo battaglie incredibili da parte delle categorie rappresentative, sia ancora troppo poco per risarcire i disumani sforzi a cui sono sottoposti i lavoratori del mare nell’esercizio delle loro funzioni.
Interventi mirati, come l’introduzione di tecnologie più sicure, protocolli di sicurezza, programmi di prevenzione, assistenza psicologica e supporto sociale, non dovrebbero essere considerati un privilegio per i pescatori, ma un diritto sacrosanto. Tutto ciò può migliorare leggermente le condizioni lavorative nel settore, ma da solo non basta.
I pericoli intrinseci a questa attività sono talmente numerosi e gravi che nessun provvedimento potrà mai essere risolutivo. Non potranno mai eliminare il rischio di incidenti, talvolta anche mortali, che è costantemente presente nelle attività di pesca.
Chi afferma il contrario dice il falso. Del resto, il legislatore — e non è una frase fatta o un luogo comune — non va in mare e non può comprendere fino in fondo la realtà di chi vive questo lavoro. Inoltre, come la storia insegna, non è abituato, ancor prima di legiferare, ad ascoltare i veri protagonisti del mestiere più bello e pericoloso al mondo.
Il mare, con la sua bellezza e la sua durezza, non perdona, e chi sceglie di affrontarlo ogni giorno merita rispetto, riconoscimento e, soprattutto, protezione sotto ogni profilo.
I silenziosi eroi del mare. Serve riconoscere con i fatti il valore dei pescatori