I risultati del progetto SUREFISH – L’importante lavoro di tutela e certificazione innovativa in blockchain promosso e attuato grazie ai primi risultati del progetto SUREFISH ha consentito l’elaborazione di un processo rigoroso atto a migliore la comprensione della metodologia di tracciabilità della filiera ittica, con ricerche e sessioni informative condotte dall’Università degli Studi Federico II di Napoli.
L’obiettivo di “SUREFISH”, progetto vincitore dei Bandi PRIMA 2019, risiede nella volontà di voler garantire la valorizzazione e la tutela della pesca, in particolare per acciuga, cernia, tilapia e tonno rosso, con la finalità di garantire la tracciabilità del prodotto ittico nel Mediterraneo, combattere la pesca illegale, accrescere la consapevolezza dei consumatori e innescare nuove opportunità di cooperazione all’interno della filiera ittica.
Il progetto vede il coordinamento dell’Italia con la società ENCO SRL e l’Università degli Studi di Napoli Federico II insieme ad altri quattro Paesi: Egitto, Libano, Spagna e Tunisia. Attraverso le ricerche condotte e le sessioni di confronto con i consumatori, i protagonisti del progetto hanno acquisito una vasta conoscenza della complessità delle metodologie innovative della filiera ittica.
Il progetto ha consentito l’elaborazione di venti interviste con i consumatori italiani, incentrate sulle acciughe e utilizzando la tecnica della filiera Means End. Ciò ha comportato un’analisi dettagliata di ciascun attributo identificato nei focus group elaborati in precedenza, anche grazie all’attività dell’Associazione Slow Food Tebourba condotta in Tunisia dall’ingegnere Franz Martinelli, che ha mirato a testare i migliori messaggi di marketing. Il progetto ha consentito, quindi, di mappare le singole scale del processo di approccio al consumo ittico di ciascun partecipante, prima di costruire mappe di valori gerarchiche complete, che hanno permesso di ottenere una comprensione più profonda dei valori, delle convinzioni e delle motivazioni del consumatore.
L’Università degli Studi di Napoli Federico II ha sviluppato messaggi informativi sulla base delle attuali conoscenze sulla sostenibilità del pesce, sulla tracciabilità e sugli stock ittici nei mari. L’obiettivo era quello di informare i soggetti sui prodotti locali per favorire e promuovere il consumo di prodotti ittici sostenibili. In particolare, i messaggi informativi sono stati sviluppati considerando le acciughe marinate e il tonno rosso, conducendo interviste in Italia, Spagna (ITENE, ANFACO) e Tunisia (INSTM, Slow Food). Ogni paese ha condotto analisi e interviste in due focus group, uno per la costa e un altro per la popolazione dell’entroterra. L’Università di Napoli ha sviluppato e condiviso le linee guida per condurre i focus group (procedura, messaggi informativi, numero di pesci da valutare, tipologia e numero di consumatori da coinvolgere) con gli altri partner coinvolti. In particolare, considerando un’approfondita revisione della letteratura e lo scopo delle attività progettuali, sono state raccolte le riflessioni edito in un manuale diviso in cinque sezioni: introduzione, comportamento d’acquisto e percezione del pesce, blind test con degustazione e discussione sulle preferenze dei soggetti, spiegazione del messaggio informativo e considerazioni finali.
In tutti i Paesi, la selezione dei partecipanti si è centrata sui partner che utilizzano la cooperazione economica e istituzionale, attraverso criteri specifici per garantire l’uniformità dei gruppi tra i paesi. Le informazioni sui focus group raccolte in Spagna e Tunisia sono state condivise con l’Università di Napoli, che ha elaborato i dati e tratto delle importanti conclusioni. Lo svolgersi dei focus group ha confermato che le differenze tra i soggetti (comportamento di acquisto, conoscenza complessiva del pesce e importanza attribuita alla tracciabilità e alla sostenibilità del pesce) sono legate anche alla posizione geografica dei consumatori. Sono state condotte ricerche ed elaborazioni dati per i consumatori di triglia, in particolare per i consumatori libanesi e per la Tunisia, con l’obiettivo di conoscere le abitudini della pesca, la frequenza del consumo, il comportamento d’acquisto, la conoscenza e la familiarità con il prodotto ittico. Sia i consumatori tunisini che libanesi sono assidui consumatori di pesce e considerano importante come criterio di acquisto l’origine mediterranea del pesce, e quindi la tracciabilità.
Le ricerche in Italia e in Spagna hanno centrato il procedimento di analisi sulle acciughe marinate e il tonno rosso. In rapporto alle acciughe marinate, i consumatori italiani considerano il colore del pescato, le etichette e la provenienza come attributi estremamente importanti, positivamente associati ai valori sociali della Dieta Mediterranea: i pasti in famiglia e la socialità del pasto. In rapporto al tonno rosso, i consumatori italiani considerano la freschezza, l’aspetto del prodotto e il sapore come attributi importanti per il consumo di un pescato sicuro e sostenibile. Altre ricerche sono state condotte sulla tilapia. In molte zone del Nord Africa, compresa la Tunisia, la tilapia è prodotto ittico low cost sul mercato e, di conseguenza, il più consumato anche su scala globale e tale considerazione aiuta a comprendere l’importanza di garantire la tracciabilità e il controllo della filiera. Grazie ad una dieta prevalentemente vegetariana, alla notevole velocità di crescita e alla sua capacità di vivere anche in acque non cristalline, caratteristiche che rendono più appetibili i costi dell’allevamento, questo pesce si è imposto con efficacia sui mercati europei e americani.
In Tunisia, la tilapia è un pesce fresco particolarmente economico e il costo molto contenuto ha contribuito alla sua popolarità. A loro volta, i costi di allevamento sono davvero minimi e per questo anche particolarmente diffusi. Inoltre, per le acciughe, il Golfo di Kelibia e il Golfo di Gabes, in Tunisia, sono zone molto importanti per i pescatori locali. Le acciughe vengono pescate in un’area caratterizzata dalla bellezza paesaggistica (la spiaggia di Kelibia è tra le più belle al mondo) e, soprattutto, caratterizzata da particolari correnti calde, con un livello di salinità ottimale per il plancton. Queste caratteristiche conferiscono alle acciughe della zona particolari elementi qualitativi legati al benessere ambientale superiori a quelli riscontrabili in altre grandi zone di pesca.
Attraverso innovativi sistemi di tracciabilità, il pesce pescato in Tunisia può essere caratterizzato e valorizzato con una conoscenza precisa del territorio, del metodo di pesca e promuovendo le caratteristiche biochimiche, nutrizionali e sensoriali. Il tonno rosso, invece, è una specie che si trova principalmente nell’Oceano Atlantico, nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero meridionale. Questa specie, a differenza del più comune tonno dalle pinne gialle, è più pregiata e ha una carne grassa, succosa e dal sapore più intenso. Essendo molto pregiato, il tonno rosso attira interessi economici che a volte portano a modificare il prodotto per migliorarne l’aspetto e le credenziali. Nel Mediterraneo, dopo un processo di valutazione, il Marine Stewardship Council (MSC) ha concesso la sua prima certificazione di sostenibilità a un’attività di pesca del tonno rosso, pur riconoscendo che saranno necessari almeno cinque anni per riportare lo stock di questa specie alla corretta salute della popolazione. Il tonno rosso con marchio MSC è garantito per essere sostenibile e sarà sempre accompagnato da un certificato di origine. Tentando di riassumere le potenzialità emerse dobbiamo ricordare che per per premiare la pesca sostenibile è entrata in gioco la tecnologia blockchain, consentendo lo storytelling del pescato, ad uso e consumo di produttori e consumatori.
I risultati del progetto SUREFISH