Anche se con tre settimane di ritardo, alla fine il Ministero delle Politiche Agricole ha concesso il rinnovo delle licenze speciali di pesca per le volanti a coppia che catturano acciughe e sardine nel Canale di Sicilia. Un permesso temporaneo, che tuttavia negli ultimi 15 anni il Ministero ha concesso con scadenza regolare ogni sei mesi alla flotta operante nel porto di Sciacca (AG).
«Speravamo che il ministro Maurizio Martina sanasse subito la situazione, invece anche questa volta è arrivato il rinnovo, ma con una sorpresa: ai 12 pescherecci siciliani che già conoscevamo, si aggiungono ben 18 imbarcazioni che operano in Adriatico», commenta Serena Maso, Campagna Mare di Greenpeace. «La buona notizia è che, grazie alle pressioni fatte in questi mesi, il Ministero ha rinnovato le licenze solo fino al 15 novembre, convocando contestualmente un tavolo di consultazione tra pescatori, ricercatori e istituzioni per trovare una soluzione a questo annoso problema. Se Martina è davvero intenzionato a porre fine alla pesca eccessiva, ci attendiamo l’adozione di misure efficaci in tempi brevi».
Le acciughe – la specie più pescata in Italia, elemento base della nostra tradizione gastronomica – sono in grave declino a causa di una pesca eccessiva aggravata anche da queste licenze speciali continuamente rinnovate. Da tempo Greenpeace chiede misure serie per favorire il recupero degli stock sovrasfruttati e garantire un futuro alle imprese che dipendono dalla salute delle acciughe. Scopriamo adesso che queste stesse misure erano già presenti in un piano di gestione per la pesca del pesce azzurro in Sicilia prodotto dal CNR, che tuttavia non è stato mai approvato e realizzato.
Più in generale, la richiesta di adottare misure per eliminare la pesca dannosa e ridurre quella eccessiva è sostenuta anche dagli esperti scientifici della FAO e dell’Unione Europea, poiché il 93% degli stock del Mediterraneo è sovrasfruttato.
«Continueremo a tenere alta l’attenzione e vigileremo affinché il tavolo di consultazione istituito dal Ministero sia davvero efficace e produca misure adeguate e di pronta applicazione. Solo così potremo garantire un futuro a migliaia di pescatori, alle loro famiglie e all’intero comparto ittico-conserviero», conclude Maso.