Come riconoscere la qualità e la freschezza di un prodotto ittico? Come leggere un’etichetta, obbligatoria, e scongiurare il rischio che non si tratti di una frode alimentare? Se n’è parlato ieri mattina nel Pad. 18 della Fiera del Levante, nel corso di un focus dedicato proprio alla tracciabilità, rintracciabilità ed etichettatura dei prodotti ittici. Si tratta del terzo appuntamento organizzato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia-Servizio FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari marittimi e la Pesca), all’interno del programma dedicato alla valorizzazione e promozione della filiera ittica dal titolo ‘Blue economy, sustainability and growth’.
Obiettivo dell’incontro: fornire informazioni utili al consumatore sulla lettura delle etichette ma anche indicare, alla presenza di esperti e istituzioni, gli obblighi che ogni azienda produttrice ha nel rispetto della salute e della sostenibilità ambientale. È stata, altresì, presentata la capillare attività di controllo e contrasto messo in atto dalle Capitanerie di porto e Guardie costiere.
La Regione Puglia, come ha ricordato il responsabile regionale del FEAMP, Aldo Di Mola, dedica grande attenzione, anche grazie al Programma Operativo, agli investimenti per la gestione e commercializzazione del pescato e dei processi di tracciabilità dei prodotti ittici.
Il professor Giovanni Normanno, docente di Scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Foggia, è intervenuto sull’importanza di sapere leggere un’etichetta alimentare, e in particolare di prodotti ittici. “Le norme sono molto precise e stringenti – ha spiegato – ma le possibilità di imbattersi in una frode alimentare restano elevate. Massima attenzione alle indicazioni di provenienza, del tipo di pesce: sui banchi delle pescherie è facile trovare specie di paesi terzi, non UE, venduti come prodotto locale. Altrettanto importante è l’indicazione relativa allo stato fisico del prodotto: è obbligatorio riportare in etichetta se si tratta di pesce congelato, decongelato o fresco”.
Tracciabilità e rintracciabilità alimentare sono due fasi fondamentali delle ispezioni sanitarie, come ha spiegato Laurence Jemmett, medico veterinario della Asl di Bari. “La tracciabilità segue il prodotto dalla materia prima alla sua immissione sul mercato al dettaglio. La rintracciabilità è il controllo attuato nel percorso a ritroso, ovvero dal dettaglio al momento della produzione della materia prima. In particolare, la rintracciabilità permette di ricostruire l’intero percorso di un alimento, il mangime di cui si è nutrito, l’eventuale uso di antibiotici cui è stato sottoposto. Sono due momenti importantissimi per risalire all’origine del prodotto in casi di intossicazioni alimentari. Quando accade – ha precisato Jemmett – si attiva un severo ed immediato protocollo di allerta che si estende a tutti i Paesi UE, che fa scattare il richiamo ed il ritiro dal mercato del prodotto”.
La crescente richiesta di prodotti ittici, la contestuale forte riduzione del pescato nel Mediterraneo, unita alla scarsa conoscenza delle specie ittiche da parte del consumatore, contribuiscono ad accrescere i casi di frode. “Oltre che sulla sicurezza della navigazione – ha ricordato Capitano di Vascello, Tommaso Gismondi, intervenuto insieme al capitano di Fregata, Cesare Spedicato, e al primo maresciallo, Michele Di Matteo -, il nostro lavoro è fortemente incentrato sulla tutela del mare, sulla sostenibilità di tutte le attività connesse. Negli ultimi anni sono aumentati i controlli sui pescherecci sia in mare che con l’ausilio delle tecnologie satellitari. L’ultima normativa, che risale al 2012 impone un controllo serrato sui mezzi utilizzati per la pesca, sul tipo di reti, e sugli attrezzi. Il controllo della corretta fruizione del mare – ha concluso – garantisce sicurezza, conservazione della biodiversità, valorizzazione del pescato italiano, e l’intera filiera ittica”.