Acquacoltura protagonista del futuro: nel 2050 la svolta globale – L’acquacoltura sta per compiere un salto epocale, capace di riscrivere le regole della produzione ittica mondiale entro il 2050. È un cambio di paradigma ormai inevitabile. Con una crescita più rapida rispetto alla pesca selvatica, gli allevamenti di pesce e alghe si avviano a diventare la principale fonte di approvvigionamento globale. Secondo le ultime stime, entro la metà del secolo la produzione da acquacoltura raggiungerà quota 124 milioni di tonnellate all’anno, surclassando le 89 milioni di tonnellate previste per la pesca tradizionale, anche nello scenario di gestione più ottimale.
Questo cambiamento epocale non è frutto del caso, ma di un insieme di dinamiche economiche e produttive che stanno rivoluzionando l’intera filiera. Efficienza produttiva, economie di scala, innovazioni nei mangimi e una pianificazione strategica dello spazio marino sono i veri motori di questa accelerazione. Le specie ad alto valore commerciale, oggi già protagoniste dei mercati internazionali, manterranno il loro primato. È proprio grazie al miglioramento delle pratiche di allevamento e alla continua ricerca di ingredienti sostenibili per l’alimentazione che si riuscirà a consolidare e far prosperare questi segmenti.
Il mercato dei mangimi, in particolare, dovrà sostenere volumi mai visti prima. Si parla di almeno 40 milioni di tonnellate all’anno di feed dedicato all’acquacoltura marina, più del triplo rispetto ai livelli del 2018. È qui che la sfida si gioca sul terreno dell’innovazione, con nuovi ingredienti e filiere circolari che mirano a ridurre la pressione sulle risorse naturali e garantire la sostenibilità del settore.
Il report di DNV, alla base di queste previsioni, evidenzia inoltre un punto strategico che potrebbe accelerare ulteriormente la crescita: l’integrazione tra acquacoltura e altre attività industriali marine, come l’eolico offshore. Un futuro in cui le piattaforme multifunzionali ospiteranno impianti di allevamento eolico e acquacoltura non è più fantascienza, ma una concreta opportunità di co-sviluppo all’interno dell’economia blu.
Tuttavia, il cammino verso il 2050 non sarà privo di ostacoli. Il cambiamento climatico e la salute degli animali acquatici rappresentano due fattori critici da tenere sotto controllo. L’aumento delle temperature, l’acidificazione degli oceani e la diffusione di malattie potrebbero compromettere le produzioni monocolturali, rendendo indispensabile una gestione biologica attenta e resiliente. Anche la trasparenza e la tracciabilità delle produzioni acquisteranno un ruolo chiave, per garantire che la corsa alla crescita non sacrifichi sostenibilità e responsabilità sociale.
Ciò che emerge con forza è una certezza: il futuro della nostra alimentazione sarà sempre più legato all’acquacoltura. Un settore in rapida trasformazione, pronto a rispondere alle esigenze di una popolazione mondiale in crescita e sempre più attenta alla provenienza e alla qualità del cibo. Pesce, crostacei, molluschi e alghe non saranno soltanto risorse alimentari, ma i protagonisti di una nuova era produttiva che sta già prendendo forma sotto i nostri occhi.
Acquacoltura protagonista del futuro: nel 2050 la svolta globale