Programmare il microbiota dell’orata con la dieta funziona davvero – L’acquacoltura è sempre più legata alla ricerca scientifica per garantire un settore produttivo efficiente, sostenibile e rispettoso del benessere animale. Proprio la ricerca ha consentito di capire che la chiave per migliorare la salute dei pesci allevati potrebbe trovarsi nell’alimentazione precoce, capace di modificare il microbiota intestinale e il comportamento dell’orata (Sparus aurata). Questo è quanto dimostrato da un nuovo studio condotto dal gruppo di fisiologia ittica e acquacoltura sostenibile dell’ICMAN-CSIC, nell’ambito del progetto BreamEpiMap.
Gli scienziati hanno testato due diverse diete arricchite con fitoestrogeno genisteina (GEN) e vitamine del gruppo B (B-Vit), dimostrando che anche un breve periodo di somministrazione può influenzare la risposta allo stress, il metabolismo epatico e la composizione del microbiota intestinale. Questo approccio apre nuove prospettive nella programmazione nutrizionale dell’acquacoltura commerciale, offrendo strumenti per migliorare la resistenza degli esemplari alle fasi più critiche della loro crescita, come la selezione, il trasporto e l’introduzione nelle gabbie marine.
Secondo i ricercatori, nonostante la crescita uniforme tra tutti i pesci, i soggetti nutriti con diete specifiche mostravano differenze significative: livelli di cortisolo e stress ossidativo epatico alterati, variazioni nella composizione del microbiota e persino cambiamenti comportamentali. Tra i risultati più rilevanti, le orate alimentate con vitamina B hanno evidenziato un miglioramento del sistema antiossidante, una maggiore ricchezza del microbiota intestinale e una resistenza allo stress superiore rispetto ai controlli.
Anche se la maggior parte di questi effetti tende a scomparire dopo 4,5 mesi di alimentazione standard, gli esemplari che avevano assunto vitamine B mantenevano una maggiore audacia e un profilo microbico differente, segno di una possibile memoria metabolica e comportamentale. Questo risultato rappresenta la prima prova concreta degli effetti a lungo termine della programmazione nutrizionale sull’orata, suggerendo che strategie dietetiche mirate potrebbero influenzare positivamente la qualità dell’allevamento.
I ricercatori sottolineano tuttavia la necessità di ulteriori studi per comprendere fino a che punto queste modifiche possano persistere e in che modo possano essere trasferite su larga scala. Il progetto BreamEpiMap, finanziato da MCIN/AEI e FEDER, continua a indagare il potenziale dell’epigenetica nutrizionale nell’itticoltura, esplorando nuove strade per migliorare le performance produttive e il benessere dei pesci allevati.
Questa scoperta potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’acquacoltura mediterranea, offrendo agli allevatori strumenti innovativi per gestire la salute degli esemplari sin dalle prime fasi di vita. Con un settore sempre più attento alla sostenibilità e alla qualità del prodotto finale, la programmazione nutrizionale si candida come una delle strategie più promettenti per il futuro dell’allevamento ittico.
Programmare il microbiota dell’orata con la dieta funziona davvero