Un gruppo formato da 50 organizzazioni non governative (ONG) ha inviato una lettera al Marine Stewardship Council (MSC) per esprimere la loro preoccupazione dovuta alla certificazione non ponderata di attività di pesca con alti livelli di catture accessorie.
La lettera è stato scritta Kate O’Connell di Animal Welfare Institute and Friederike Kreme-Obrock of Sharkproject Germany e firmata dai capi di 50 organizzazioni non profit dedite alla conservazione ambientale, tra cui decine di gruppi dedicati alla protezione e alla conservazione di squali, balene e delfini.
“Molte delle nostre organizzazioni hanno criticato le valutazioni delle modalità di pesca nell’ambito del processo di MSC, e nel corso degli anni abbiamo notato una mancanza apparente, e profondamente preoccupante, di attenzione per il potenziale impatto su alcune specie bersaglio,” si legge nella lettera. “È nostra opinione che molte delle attività di pesca che sono stati valutate attraverso il processo di certificazione MSC non sono state oggetto di una revisione adeguata di informazioni disponibili su catture accessorie di specie non bersaglio.”
La lettera accusa il Marine Stewardship Council di essere soggettivo nell’interpretare prove e nella stima degli effetti di impatto di un tipo di pesca sulle specie non bersaglio. Le 50 ONG firmatarie della lettera chiedono ad MSC di chiarire i suoi standard di valutazione.
“Crediamo che, certificando la pesca senza considerare l’impatto ambientale, MSC mini la fiducia del pubblico”, si legge nella lettera. “Mentre i consumatori guardano al marchio MSC come ad un aiuto per prendere decisioni circa l’acquisto di prodotti ittici sostenibili, le nostre organizzazioni ritengono che essi devono essere consapevoli del fatto che una certificazione MSC non assicura l’assenza catture accessorie di squali e di cetacei.”